Si tratta di costruzioni ciclopiche, dette appunto Drakòspita, case dei draghi, che si trovano sparse nel centro-sud dell’Eubea. Se ne contano 25, risalenti secondo alcuni al VI sec. a.C., mentre per altri addirittura al XII sec a.C. Nessuno fino ad ora è riuscito a dare una spiegazione definitiva di cosa rappresentino e che uso avessero. Noi ne abbiamo visitato un gruppetto, facilmente raggiungibile, vicino a Stira.
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Ritorniamo sulla strada principale che attraversa il sud dell’isola e arriviamo a Stira, da lì seguendo le indicazioni cominciamo a salire verso il sentiero che porta alle Drakòspita. La distanza è di soli tre chilometri, ma lo sterrato non è in condizioni eccezionali e bisogna procedere con attenzione, fino ad arrivare allo spiazzo [38.15269,24.26272] dove si deve lasciare il camper e proseguire a piedi.
Le segnalazioni sono chiare e ben visibili, così come i segni per il sentiero che porta in cinque minuti al primo gruppo di costruzioni.
Ancora oggi rimane un mistero quando e il motivo per cui sono state costruite. Si suppone che risalgano al periodo tra il VI e il I sec a.C. e sono rimaste in uso, anche se solo come stalle fino agli anni recenti. Nell’antichità però il loro scopo era quasi sicuramente legato a qualche culto religioso, vista anche la posizione solitamente elevata e con viste impressionanti. In seguito hanno svolto vari compiti sia religiosi che bellici.
Le costruzioni ciclopiche sono spettacolari e non si può non ammirare la tecnica e la bravura dei costruttori dell’epoca che, con i pochi mezzi a disposizione, riuscivano a fare queste costruzioni a secco e in qualche modo inspiegabile, sapevano bilanciare e manovrare queste pietre gigantesche.
Il sentiero prosegue e salendo un’altra decina di minuti si arriva a quella che probabilmente era la cava da cui sono state prese le pietre per la costruzione. Non c’è molto di più da vedere, a parte il panorama.
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