Mangiare fuori in Grecia è un uso comune. Il costo è abbordabile, la qualità buona, la convivialità una tradizione. La cucina è un misto tra orientale e europea, abbastanza vicina, anche se meno raffinata, alla cucina meridionale italiana. Camperisti o no, vale sicuramente la pena di scoprire i sapori locali.
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Gli orari sono un po’ diversi da quelli italiani. Il pranzo comincia dopo le tredici e spesso finisce dopo le 16.00. La cena comincia dalle 21.30 e raramente le cucine dei ristoranti chiudono prima della una, una e mezza di mattina. Di fatto nella maggior parte dei posti non troppo isolati si può trovare qualcosa da mangiare praticamente a tutte le ore del giorno e della notte.
Il pasto tipico al ristorante comincia con gli antipasti (orektikà) che vengono serviti in piattini di varie dimensioni al centro del tavolo e sono comuni a tutti i presenti. Ristoranti e taverne hanno una lista interminabile di antipasti che, a differenza di altre nazioni, includono le insalate, i formaggi, patatine fritte e contorni vari. La maggior parte degli antipasti in forma cremosa, tipo taramosalata, tirosalata, tzatziki, melitzanosalata ecc. si trovano anche confezionate, di varie marche, al supermarket (di solito nel reparto formaggi confezionati).
Segue il piatto principale, che pero’ non è necessario ordinare. Volendo si può chiedere che venga portata una porzione di piatto principale, per esempio una Musakà, insieme agli antipasti da dividere come tutto il resto.
Il pasto si conclude con frutta e/o dolci, spesso offerti dal locale. Il caffè non viene servito dai ristoranti/taverne.
Esistono diversi tipi di locali che offrono da mangiare, ognuno con le proprie particolarità.
Oltre ai classici ristoranti (Estiatòria) e taverne che offrono menù completi, ci sono gli Psitopolìa, che sono specializzati in carne alla brace accompagnata da pochi contorni tipo patate fritte e qualche insalata.
I Suvlazìdika che servono la versione greca del kebab (ghiro) con pane pitta, lo spiedino tradizionale (Suvlaki) che può essere fatto con vari tipi di carne e normalmente hanno anche le immancabili patate fritte e almeno un paio di insalate in menu. In questi locali ci si può sedere o prendersi il pasto impacchettato e mangiarselo in comodamente camper. Il costo e’ paragonabile a un fast food in Italia mangiando però teoricamente un po’ più sano.
Quando ordinate il vostro suvlaki o il vostro ghiros pitta potete specificare se lo volete completo (ap’ola) o senza cipolla, tzatziki, paprika ecc. Per i vegetariani è possibile ordinare la pitta avvolta senza carne, che viene sostituita con patate fritte. In pratica ogni pitta viene fatta su misura.
Le Userì o Mesedopolìa, dove insieme all’ Ouzo (che si pronuncia ‘uso’ come il verbo usare) o alla grappa locale (che può chiamarsi Rakì, Tsìpuro o Tsicudià a seconda dei posti e del tipo di grappa) servono piattini di accompagnamento con misti vari e antipasti. Di regola in Grecia non si beve senza mangiare qualcosa e il qualcosa può essere da un paio di olive a un pasto completo.
Un piccolo appunto sul vino. In Grecia fanno vini ottimi e questo è un fatto! Il problema è che i vini buoni sono difficili da trovare, bisogna conoscerli e costano come minimo il triplo di un vino italiano di equivalente qualità. Per cui al ristorante: birra. Tutte buone consiglio di provare anche la Kaiser, oppure vino della casa (in greco hìma con l’acca pronunciata come la c dura toscana di coca-cola, cannuccia, corta ecc.). In alcuni posti è possibile trovare anche la retsìna, il vino tradizionale greco che col vino ha poco a che fare… in pratica si tratta di vino bianco, solitamente di scarsa qualità aromatizzato con resina di pino… a qualcuno piace!
Un’altra cosa. Se avete il piacere, non raro, di essere invitati da un greco per una raki, un ouzo o anche a mangiare fuori, al momento di pagare il conto fate il cortese gesto di offrire voi o di dividere. Però tenete presente che di solito qui chi invita paga. Per cui se vi viene detto di lasciar stare, non insistete e non fate movimenti strani tipo andare a pagare direttamente alla cassa, magari quando non se ne accorge nessuno. In alcuni posti, come a Creta per esempio, fareste un offesa ‘mortale’ e irreparabile a chi vi ha invitato. La tradizione dell’ospitalità greca dice che solo gli amici molto intimi hanno il permesso di offrire nel territorio di qualcun altro. In ogni caso, se proprio vi sentite di farlo, potete insistere sull’offrire un giro di rakès voi o qualcos’altro dopo, tipo un gelato o un dolce.
Per concludere un consiglio: pizza e pastasciutta possono essere una grossa delusione. In molte “pizzarie e spachetterie o spagetterie” come spesso le chiamano qui, la pasta assomiglia a una crema collosa e la pizza è praticamente fritta e naviga nell’olio. Prima di fidarvi, date un’occhiata di ispezione ai tavoli degli altri per rendervi conto di cosa vi aspetta! 🙂
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