Erano anni che avevamo sentito parlare di Polylimnio e per un motivo o per un altro non eravamo mai riusciti a visitarlo. Il motivo più frequente era che, pur passandoci vicino, non era stagione giusta. Troppo freddo per poterci fare il bagno; troppo avanti nell’estate, ci sarà poca acqua… questa volta tutte le stelle erano al posto giusto e finalmente abbiamo perso la decisione di raggiungere questo angolo meraviglioso di Grecia tropicale a una trentina di chilometri da Kalamata.
Polylimnio vuol dire tanti laghi e il nome si riferisce ai numerosi laghetti che il torrente Mavrolimni forma durante la sua discesa verso il mare. Per arrivarci bisogna prendere la strada che da Kalamata va a Pylos e svoltare per il paese Charavgi e poi seguire le indicazioni. L’ultimo tratto, due chilometri circa, non è asfaltato, ma in ottime condizioni e adatto a qualsiasi mezzo.
Il parcheggio [36.98834, 21.85526] è abbastanza ampio ma con poca ombra e pochi punti in piano, per di più tende a riempirsi in fretta. Di sera ovviamente si svuota completamente e rimangono solo i camperisti. La cosa migliore è di arrivare nel pomeriggio tardi, parcheggiare con comodo, pernottare godendosi il silenzio e il fresco e al mattino essere i primi ad arrivare alle cascate. L’unico problema, così facendo, è che l’acqua sarà un po’ più fredda, anche perchè i primi raggi di sole arrivano al laghetto più in alto solo dopo le 11.00… però non si può avere tutto 😉
Dal parcheggio si continua a piedi, scendendo verso il fiume seguendo lo sterrato, dopo un paio di minuti si arriva a uno spiazzo con chiosco panoramico e da lì comincia un lastricato che porta dopo poche decine di metri fino al fiume. L’acqua della fontanella che si passa sulla destra è potabile. Una volta al fiume bisogna decidere se discenderlo o risalirlo. Prendendo il sentiero di sinistra si arriva a due vasche naturali con meno gente nelle ore di punta, ma meno impressionanti di quelle che invece si trovano scegliendo l’altra direzione, risalendo il fiume.
Preso il sentiero a destra, dopo pochi minuti, si arriva alla prima piscina e poco dopo a quella più famoso ‘Kadoula’, a forma di cuore e con la cascata più fotogenica. Il sentiero in alcuni punti è un po’ difficile da intuire, ma con un po’ di attenzione si può arrivare al laghetto senza mai essere costretti a bagnarsi i piedi, ragione per cui io consiglio come sempre di usare degli scarponcini da montagna. Il percorso continua e in teoria si può proseguire e incontrare un’altra decina di laghi, però diventa sempre più difficile e noi abbiamo preferito fermarci qui.
Il posto comincia ad affollarsi un po’ dopo le 11.00, per noi è ora di andarcene… che spettacolo però!
Dimenticavo… l’attività più gettonata e a quanto pare divertente: arrampicarsi sullo scoglio di fianco alla cascata e tuffarsi da lì nel acqua gelata 🙂