Galatas, a parte la vista stupenda, non offre molto di interessante, ma è un’ottima base per visitare il sito archeologico di Trezene, il “Ponte del Diavolo” sulla gola del fiume Gefiraion e fare una passeggiata per le stradine di Poros, caratteristica isola del golfo Saronico che dista solo 300 metri dalla terra ferma.
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Galatas
Ci troviamo a 93 km a Sud di Corinto e 47 km a Sud-Est del teatro di Epidauro. Galatas si può dire che sia la sorellina minore della città di Poros, minore e decisamente meno interessante. Offre però una buona base per il rifornimento d’acqua, il pernottamento e dà la possibilità di visitare un paio di vicine attrazioni. E approposito di attrazioni: su tutte le guide viene menzionato il Lemonodasos (bosco dei limoni) come qualcosa di interessante… mah… l’unica cosa interessante che ho trovato è stata una comoda fontanella per il rifornimento, che si trova sul muretto della chiesa al bivio tra la strada principale e la stradina per Lemonodasos, a 3 km e mezzo a Sud di Galatas.
Rifornimento d’acqua a Lemonodasos
Un chilometro prima di arrivare a Lemonodasos, sulla sinistra, incontrerete una spiaggetta con una piccola taverna e un parcheggio di barche. L’abbiamo trovata perfetta per la notte perchè ha il grosso vantaggio di essere ventilata e fresca anche nelle notti più calde.
Il camper che vedete nella foto a fianco non è il nostro. È un fratellino identico anche se più giovane e bello del nostro, di una coppia di simpatici spagnoli. In sette anni è la prima volta che incontriamo un gemellino 🙂
Trezene e il Ponte del Diavolo
A 8 km a Ovest di Galatas, si trova il paesino di Troizin o Trezene da dove si trovano le indicazioni per raggiungere i resti archeologici e il ponte del diavolo.
Dopo poche centinaia di metri fuori dal paese vi troverete a un bivio. A sinistra si procede per la torre e il ponte del diavolo e a destra si va verso l’acropoli. La strada è sterrata, ma in relative buone condizioni, con un camperino piccolo e un po’ di pazienza si può arrivare fino allo spiazzo vicino al ponte del diavolo. Il punto peggiore è quello davanti alla torre, se non vi fate problemi a passare da lì il resto è meno impegnativo.
La torre fa parte dei resti delle antiche mura della città ed è visitabile anche dall’interno. Impressionanti i pietroni ciclopici che formano la base.
Proseguendo per la strada si arriva a uno spiazzo, da dove comincia un breve sentiero che porta al Ponte del Diavolo. Si tratta di un ponte naturale che passa sopra al fiume Gefiron in una stretta e impressionante gola. La vegetazione fitta non permette di vedere chiaramente la formazione rocciosa che costituisce il ponte, però ce lo si può immaginare e volendo si può anche fare una passeggiata seguendo il sentiero che costeggia la gola… sicuramente non è la Grecia che siamo abituati a vedere! Non dimenticatevi di mettere delle scarpe adatte, il percorso non è impegnativo ma un paio di scarpe chiuse sono consigliabili.
Tornati indietro fino al bivio iniziale, svoltiamo a sinistra e dopo poche centinaia di metri un cartello ci indica la strada per il sito archeologico.
Anche questa è una strada sterrata, però in condizioni ottime. Lo spiazzo davanti all’entrata è sufficiente per fare comodamente manovra. Il sito è recintato, però è aperto e l’entrata è libera.
All’interno potete vedere i resti di uno dei tanti santuari di Asclepio (funzionavano come ospedali oltre come templi) sparsi per la Grecia e poco più in là i resti pericolanti, ma decisamente suggestivi di una basilica bizantina: Panagìa Episcopì.
Esterno… e interno, si fa per dire, della basilica bizantina Panagia Episcopi.
Poros
L’isola di Poros è veramente carina. Con le sue case neoclassiche, l’atmosfera rilassata, vacanziera. Turistica, ma neanche troppo. Molto amata dalla comunità dei velisti, merita una visita. Tanto più che da Galatas ci si mette meno di dieci minuti con il traghetto (0.90€ / persona + 5.90€ / camper se volete fare un giro dell’isola) o ancora più veloce con i “marebus” (1.00€ / persona) che partono quando si riempiono. Noi abbiamo preferito andare senza camper.
Ci siamo fidati delle guide che dicono che il resto dell’isola non dice un granché, e il camper lo abbiamo lasciato nel parcheggio del porto, gratuito dopo le 15.00 e festivi, ma solo per camper piccoli. Quelli sopra ai 5 metri e mezzo e meglio se parcheggiano nello spiazzo verso l’uscita sud del paese, segnalato come parcheggio per pullman e mezzi pesanti. Una curiosità: l’isola di Poros nell’antichità si chiamava Calavria e ancora adesso la regione più grande dell’isola mantiene il nome antico, che vuol dire ‘buona aurea’. In Calabria esiste un Monte Poro. Ci sarà un nesso?
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Coordinate GPS
Galatas: Trezene: |
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A Galatas c’era anche un campeggio carino, se si vuole stare un po’ di giorni, si lascia il camper e si va a piedi all’imbarco per Poros. Noi avevamo anche un piccola gommone con il quale facevamo il giro dell’isola via mare e si trovavano belle spiaggette per la giornata. Alla sera poi si poteva andare con i traghetti locali sull’isola, per un passeggio, la cena o l’aperitivo. Graziella
La stessa cosa si poteva fare per andare a Spetse, da Costas (porto Heli) C’era un campeggio che ora non c’è più. Anni fa l’isola di Spetse è stata bruciata, era piena di pini e di verde con spiagge meravigliose.