Il museo archeologico di Atene si sente, a ragione, un po’ trascurato negli ultimi anni. I turisti preferiscono il modernissimo e più a portata di mano nuovo Museo dell’Acropoli e in effetti, dovendo scegliere tra i due, come dargli torto? Se però avete tempo, non perdete l’occasione di visitarlo; rimane a tutti gli effetti uno dei musei archeologici più importanti del mondo, dove ci si può perdere per delle ore…
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Il problema più grande, che scoraggia buona parte dei turisti, penso che sia il fatto che il museo archeologico si trovi in una posizione scomoda e ultimamente anche abbastanza degradata. Però i suoi contenuti, si parla di più di 11.000 oggetti esposti, rimangono una collezione spettacolare di testimonianze del passato della civiltà greca, dalla preistoria ai tempi dei romani.
Il museo si trova a poche centinaia di metri dalla centralissima, ma fuori dal percorso turistico, piazza Omonia. L’indirizzo è via 28 Ottobre 44, però in realtà la strada è conosciuta dagli Ateniesi con il suo vecchio nome, Patission, cosa che a volte può creare confusione con cartine e navigatori. La stessa cosa succede anche per un’altra grande arteria della città, via Pireos, che unisce Atene al Pireo, che da anni si chiama ufficialmente Panagi Tsaldari, ma c’è nessuno che usi il nuovo nome. Sappiatevi regolare se doveste chiedere informazioni.
L’entrata costa 7 euro per gli adulti (3€ ridotto) ed è gratuita per i minori di 18 anni e studenti con tessera universitaria. Da novembre a marzo il museo è aperto il lunedi dalle 13.00 alle 20.00 e tutti gli altri giorni dalle 9.00 alle 16.00. Per l’orario estivo è meglio consultare il sito ufficiale del museo.
Il museo è grande e anche se ultimamente ci sono delle sale chiuse per mancanza di personale (maledetta crisi), ci vogliono come minimo un paio d’ore per girarlo tutto solo curiosando. Per gli appassionati di storia, fermandosi a leggere le informazioni (solo in inglese e greco) e ad ammirare i dettagli degli oggetti esposti, probabilmente un giorno non basta!
Nelle foto sopra, due degli oggetti più famosi del tesoro di Micene: la maschera d’oro di Agamennone e la testa dipinta di donna del XIII sec. a.C.
Sotto invece, una maestosa anfora monumentale attribuita al maestro del Dipylon, del 750 a.C.
Due delle sculture importanti esposte: Afrodite, Pan e Eros rinvenuta sull’isola di Delos e il Cronide di Capo Artemisio, uno splendido bronzo ripescato nei pressi dell’Eubea, di cui non si sa per certo se rappresenti Poseidone o Zeus.
Sempre dal naufragio di Capo Artemisio proviene quest’altro bronzo, chiamato appunto il Fantino di Capo Artemisio, risalente al 150 a.C., una delle sculture preferite dagli studenti d’arte che spesso la usano come modello per i loro disegni.
Il Meccanismo (o Macchina) di Anticitera, I sec. a.C., è il primo modello di laptop conosciuto 😉 Scherzi a parte si tratta di un calcolatore astronomico meccanico, con u complicato e preciso sistema a orologeria, proveniente da un altro naufragio, nei pressi dell’isola di Kythira, che ha creato non pochi problemi agli studiosi che si sono trovati a doverne spiegare l’esistenza
Il museo ospita anche gli impressionanti affreschi di Akrotiri (Thira o Santorini), XVI sec. a.C. Sopra quello conosciuto come i Pugili, rappresentante due giovani durante un rituale. La sala di Akrotiri è stata inaugurata nel 2005.
L’efebo di Anticitera (a sinistra e sotto) è un altra opera fondamentale del museo. Questo bronzo del 330 a.C. è considerata una delle statue più belle dell’antica Grecia. Può raffigurare Perseo che porta la testa di Medusa o Paride che tiene la mela della discordia… chiunque sia, è uno spettacolo da vedere!
Alla fine del giro, per chi ne ha il coraggio, vale la pena di dare un’occhiata anche al negozio del museo, che offre un’ampia gamma di riproduzioni ufficiali degli oggetti esposti e che possono essere adatte per fare qualche regalino “serio”!
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