Viene chiamato così perchè in passato, sulla punta di Capo Maleas, di monasteri ce n’erano tanti, forse anche più di venti. Ora ne rimangono solo due visitabili. Per arrivarci bisogna camminare per circa un’ora su un sentiero spesso un po’ da brivido… consigliato solo a chi vuol fare qualcosa di diverso!
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Per chi non ha problemi a fare un po’ di sterrato con il proprio camper, si prosegue dopo la foresta fossile per altri tre chilometri fino all’apertura nella foto a fianco [GPS N 36.439509, E 23.170936]. Qui bisogna lasciare il mezzo e proseguire a piedi. Il sentiero è segnalato abbastanza bene. Indispensabile portarsi acqua a sufficienza, perchè tutto il percorso si fa esposti al sole, scarpe adatte e pantaloni preferibilmente lunghi. Serpenti e ragni sono gli abitanti fissi del posto. Ancora meglio portarsi anche qualcosa da mangiare per godersi al massimo la sosta.
All’andata, al mattino, ci abbiamo messo circa un’ora e un quarto, perchè dovevamo aprirci la strada dalle ragnatele con rispettivi proprietari, che bloccavano il percorso. Al ritorno, malgrado facesse molto più caldo, ci abbiamo messo un’ora esatta.
Sotto: La chiesetta del monastero di Agia Irini, il primo che si incontra sul sentiero.
Il sentiero continua e dopo altri 10 minuti si arriva alla chiesa di Agios Yiorgos, che ospita ancora degli affreschi dell’epoca bizantina, rovinati dai pirati.
Tra i due monasteri un sentiero porta al piccolo molo, usato per raggiungere le chiese via mare. Si dice che l’insenatura fosse usata dai pirati per nascondersi.
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