Tiropite, koulouria, loukoumades… In giro per le strade di Atene è impossibile non notare la miriade di negozi, negozietti, venditori ambulanti che propongono stuzzicanti cibarie che però, per invitanti che siano, con la loro varietà e il fatto che non sia facile capire cosa contengano, possono intimidire i meno coraggiosi e soprattutto i vegetariani…
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A me succede spesso, quando visito grandi città straniere, come vegetariano, di sentirmi un po’ perso, quando alla ricerca di qualcosa da mangiare velocemente per strada, pur essendo attratto da spuntini locali, rimango sempre con la paura di non riuscire a capirne esattamente gli ingredienti. Il risultato è che, nel dubbio, spesso preferisco prodotti confezionati dove posso leggere cosa contengono, perdendo però così l’occasione di assaggiare qualcosa di nuovo. La buona notizia per i vegetariani e vegani è che nella cucina Grecia non si usa lo strutto né per la cottura, né per gli impasti, per cui si parte avvantaggiati e ci si può preoccupare solo dell’eventuale ripieno.
Tiròpite e affini
Le pitte, sfoglie farcite con i ripieni più diversi, possono essere considerate la base dello spuntino greco, buone a tutte le ore, reperibili quasi ad ogni angolo e presenti in una varietà a volte impressionante di sapori. Il prezzi vanno da 1€ a 2,50€ circa a seconda del ripieno e delle dimensioni.
Oltre che per i diversi ripieni, la prima grossa differenza sta nel tipo di pasta usata:
Vediamo i tipi di ripieno più comuni:
Versioni più sofisticate possono avere ripieno di funghi (manitaròpita), zucchine (kolokithòpita), patate (patatòpita) e chi più ne ha più ne metta.
Esistono anche due outsiders, che non si trovano dappertutto, ma non è raro incontrare al fianco delle pitte, che sono: il Peinerlì, una specie di pizza turca fatta a barchetta con ripieni vari e il Piroskì, la versione russa del panzerotto fritto o del doughnut americano, anche in questo caso con vari ripieni, nella versione vegetariana interessante quello con il ripieno di patate.
Kulùri (ciambella)
Il Kuluri Thessalonikis, come è giusto chiamarlo visto le sue origini, lo si trova in tutti i forni e in una miriade di carrelli ambulanti per le strade del centro, fino al primo pomeriggio. Si tratta di semplice pane, a volte all’olio, a forma di cerchio e ricoperto di sesamo.
Oltre alla versione base, che costa 50/60 centesimi, esistono ormai varianti con formaggio, olive oppure ripieni vari. Mangiato caldo è un piacere!
Lukumàdes (frittelle)
Passiamo al dolce classico, le frittelle alla greca, servite calde, coperte di uno sciroppo di miele o nella variante più recente di cioccolato. Non credo di aver mai incontrato un bambino che non ne andasse matto! L’impasto è tradizionalmente fatto senza uova né burro, per cui sono adatte anche ai vegani! Il costo varia si aggira attorno ai 3,00€ a porzione, che di solito è più che abbondante.
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Non ho dubbi, non ho domande. Volevo solo dirti che stai facendo un gran bel lavoro. E tanto di cappello per come sai comunicarci la tua passione e amore per la Grecia. Rendi quest’inverno un po’ meno plumbeo. Mi riconosco in quello che scrivi, in particolare i vantaggi del mezzo piccolo e poco ‘invasivo’…… Ciao
troppo buono… ma tu non sai che piacere che mi dai ! 🙂