Grecia Italia via Sarajevo


Per cominciare a tutti gli effetti la nostra nuova vita come full-timers, dobbiamo prima passare dall’Italia per sistemare un paio di cose. Prendiamo così la strada verso il nord, decisi questa volta a seguire un nuovo percorso, passando dalla Bosnia, invece del solito itinerario via Belgrado. Come sempre non tocchiamo neanche un’autostrada e ce la prendiamo relativamente comoda…

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Partiamo al mattino presto dal Peloponneso, da Fokianos per la precisione, che terremo come ultima immagine del mare greco, il quale probabilmente non rivedremmo per qualche anno, decisi ormai a girare e conoscere il resto dell’Europa.

Greece, Peloponnese, Fokianos

Arriviamo a sera tarda a Servia, vicini ormai ai confini con la Macedonia, ci fermiamo lungo la strada a dormire e al mattino ripartiamo con il contachilometri che segna 329.154

FYROM bordersAncora un po’ assonnati, dopo un’oretta siamo alla frontiera vicina a Bitola. I controlli dalla parte macedone sono un po’ lenti, ma dopo 40 minuti siamo dall’altra parte, imboccando la strada che passando da Prilep ci porterà ai confini con la Serbia in direzione Nis.

Come sempre entriamo in Macedonia con il serbatoio il più vuoto possibile e facciamo il pieno al primo distributore, che in questo caso troviamo a Bitola. Il prezzo dei carburanti è fisso, 51 dinari per l’Eurodiesel, che corrispondono a circa 0,85 Euro. Paghiamo con la carta di credito e procediamo.
La strada fino a Prilep è in ottime condizioni e poco trafficata. Da lì proseguiamo ci troviamo spesso a viaggiare in parallelo con l’autostrada. Appena prima di arrivare alla frontiera ci fermiamo a rifare il pieno, sapendo che in Serbia i prezzi sono decisamente più alti.
Avvicinandosi alla frontiera dei cartelli indicano un distributore dello “scalo della dogana”, che abbiamo pensato fosse l’ultimo. In realtà si trova dall’altra parte della strada ed è scomodo da raggiungere, come abbiamo poi scoperto, poco più avanti ce n’è un altro nella direzione di marcia.

In meno di un quarto d’ora passiamo la frontiera e ci dirigiamo verso Prokuplje dove abbiamo intenzione di pernottare.
Per chi, come noi, vuole evitare di prendere l’autostrada, per arrivare a Prokuplje basta seguire le indicazioni del navigatore, facendo attenzione però arrivando a Leskovac di entrare in città e seguire i cartelli. Solo da quella parte è possibile attraversare la ferrovia e proseguire verso Prokuplje. Il percorso suggerito dal nostro Garmin voleva per forza farci prendere l’autostrada.

Serbia, ProkupljeArrivati a Prokuplje, parcheggiamo nell’ampio spazio dietro al centro sportivo [43.23726,21.60511] e facciamo un giro in città, niente di speciale. Cambiamo 20€ in ufficio di cambio, senza commissione a 119 dinari serbi per euro. Lo stesso cambio che avevamo visto in frontiera e più o meno in tutti gli altri exchange\Menjacnica. Facciamo un po’ di spesa notando con piacere che i negozi chiudono tardi, alle 21.00 e ci rendiamo conto che abbiamo guadagnato un’ora, infatti in Serbia l’ora è già quella italiana. Per la cronaca, una birra da due litri (l’ottima Jelen), nella classica bottiglia di plastica, l’abbiamo pagata 230 dinari da un chiosco per strada. A confronto l’acqua minerale è piuttosto cara a 55 dinari la bottiglia da litro e mezzo.

Serbia, Prokuplje
Murales per le strade di Prokuplje

Dormiamo tranquilli e al mattino partiamo per Djavolja Varos, ma non prima di aver fatto una incursione in una Pekara (Panetteria) per prendere cornetti e burek (tipo tiropita greca) attenzione per i vegetariani, anche qui si usa molto lo strutto per friggere, chiedere se quello che volete prendere contiene “mast” se vi dicono “ne mast” è ok 🙂

Serbia, Djavolja Varos
Le particolari formazioni rocciose di Djavolja Varos

Dopo l’escursione a Djavolja Varos, la città del diavolo, alla quale dedicherò il prossimo post, ci rimettiamo in strada con obiettivo Mokra Gora, dove eravamo già stati anni fa a visitare il paese costruito dal regista Emir Kusturica e da dove parte un famoso trenino turistico.
Serbia, Mokra GoraIl posto è molto diverso da come ce lo ricordavamo, grande attività di ristrutturazione e ampliamento, evidentemente il turismo è in aumento.
Ci fermiamo nell’enorme parcheggio per i bus turistici [43.79257,19.50966] davanti alla nuova entrata della stazione ferroviaria, che a prima vista potrebbe facilmente essere scambiata con un tempio buddista.
Serbia, Mokra Gora
Serbia, Mokra Gora

Scopriamo che Drvengrad, il paese di Kusturica non è più visitabile, è diventato da qualche anno un hotel di lusso. Delusi ci ritiriamo in camper dove prima approfittiamo del Wi-Fi offerto dal comune e poi passiamo una notte fresca e tranquilla. Qui sotto un paio di immagini di come era Drvengrad prima di essere venduto… peccato…

DrvengradDrvengradMP06KULT21

Al mattino visitiamo la stazione, molto carina. Tempo permettendo (in tutti i sensi) meriterebbe di fare l’originale percorso a 8 con il trenino. Il costo non è eccessivo, 600 dinari a testa, ma noi preferiamo proseguire, per arrivare a un’ora decente a Sarajevo, la nostra prossima destinazione.

Serbia, Mokra Gora

Uscendo dalla Serbia ci fanno pagare una tassa ecologica di 300 dinari, arrotondati a 3€ visto che non avevamo più valuta locale. Passiamo la frontiera bosniaca in pochi minuti e proseguiamo percorrendo una strada molto scenica fino ad arrivare ad infilarci nel traffico di Sarajevo, che pur essendo ferragosto, funzionava a pieno ritmo. Troviamo un parcheggio con non poca difficoltà, e cominciamo il nostro giro turistico. A piedi individuiamo due altri parcheggi, a pagamento, dove avremmo potuto fermarci: uno lungo il fiume [43.85816, 18.43194] dove con un po’ di fortuna si può trovare un posto per un euro all’ora e un altro, di cui non abbiamo capito il prezzo, ancora più centrale, custodito e con abbondanti posti liberi [43.85947, 18.42286].
Uno dei motivi per cui la città è così attiva è probabilmente che siam capitati nel periodo del festival del cinema, in ogni caso sia la zona storica che il resto del centro merita sicuramente una visita. Peccato che il tempo si stia mettendo veramente male e preferisco cambiare programma e di ripartire rimandando la visita approfondita a un’altra volta.

Bosnia, Sarajevo
Bosnia, SarajevoBosnia, Sarajevo
Bosnia, Sarajevo
Bosnia, Sarajevo

Facciamo il pieno appena fuori dalla città, pagando intorno all’euro al litro il gasolio e guidiamo fino a Travnik [44.22470,17.66968], dove ci fermiamo a dormire sotto un acquazzone bestiale che ci aveva accompagnato per buona parte della strada.
Facciamo un po’ di spesa in un mini-market, che però essendo mussulmano non vendeva alcolici. Cerchiamo un altro negozio per provare la birra locale e con l’occasione localizziamo la panetteria più vicina per la colazione dell’indomani.
La notte passa tranquilla, per quanto possibile sotto la pioggia continua. Al mattino smette di piovere, ma il cielo rimane nero e minaccioso. Così lasciamo perdere la visita al castello e ce ne andiamo, questa volta con obiettivo di arrivare a Basovizza, in Italia.
Per strada passiamo da un altro paesino, Jaice, che sicuramente meriterebbe una visita, ma con un tempo migliore. Anche questo ce lo segniamo per la prossima volta.
Passiamo la frontiera con la Croazia in un quarto d’ora e senza nessun controllo particolare, attraversiamo Rjeka (Fiume) da dove prendiamo la strada che porta al confine con la Slovenia. Ci perdiamo un po’ a causa di lavori in corso, ma alla fine ce la facciamo. Passiamo i confini con la Slovenia a Pasjak [45.49188, 14.21351], a est di Rupa, e in meno di un ora arriviamo al nostro parcheggio a Basovizza [45.64077,13.85880]. Il contachilometri segna 330.817 e abbiamo speso poco più di 150€ di gasolio per arrivare dai confini della Grecia in Italia e ci siamo visti un paio di posti interessanti.

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