Ultima fermata del trenino del Vouraikos, Kalavrita, ha poco di interessante da offrire al visitatore e non la metterei sulla lista dei posti da non perdere. La sua storia è segnata da una strage fatta dai nazisti e per essere stata il punto di partenza della rivoluzione contro i turchi. In ogni caso si tratta di una cittadina tranquilla e simpatica che può essere un buon punto di partenza per visitare i dintorni.
Arriviamo a Kalavrita nel pomeriggio e alla ricerca di un posto per pernottare, per prima cosa saliamo sulla collina dove si trova il monumento ai caduti. Impressionante, come deve essere, ricorda le 696 vittime della strage fatta dai nazisti il 13 dicembre 1943 per rappresaglia.
Il parcheggio [38.03430,22.11740] è spazioso, ma non è il posto ideale per dormire…
Torniamo verso il centro e parcheggiamo vicini alla stazione del trenino, lungo le rotaie [38.03450,22.11070] dove rimarremo anche per la notte: perfetto! Usciamo per andare a scoprire la città, malgrado la nuvola tempestosa che sembra seguirci. Atmosfera tranquilla, i soliti negozietti turistici lungo la strada principale, dove hanno ricreato con il lastricato l’effetto della ferrovia, simbolo della città, presto arriviamo alla piazza principale con l’immancabile chiesa…
Mi sembra strana l’ossessione per le armi, soprattutto in un luogo che ha sofferto così tanto per colpa della guerra, ancora di più mi disturba che siano, come spesso accade in Grecia, collegate alla chiesa… mah, forse sono io che non ho capito bene il messaggio cristiano 😉
Ci rendiamo conto che abbiamo visto tutto, così torniamo al camper per la strada parallela, dove vediamo questo impressionante palazzo, sede di un centro culturale.
Allunghiamo ancora un po’ la passeggiata, prima di ritirarci per cena e non resistiamo alla tentazione di comprare il pane “cotto in forno a legna” di una panetteria sulla strada principale, che si rivela buonissimo.
Notte tranquilla e al mattino, sorpresa: ci svegliamo in mezzo a una nuvola. In effetti siamo a più di 750 metri di altitudine. Tempo di fare il caffè e il sole torna a splendere…
Mi fermo a fotografare la stazione, che è veramente un gioiellino prima di andare a visitare il Museo del sacrificio della gente di Kalavrita, di fronte alla stazione (foto in basso a destra), in teoria con entrata libera e aperto dalle 9.00 alle 16.00 tutti i giorni eccetto al lunedi, ma… sorpresa! Il museo è stato ribattezzato come Museo dell’Olocausto di Kalavrita, molto più consone alle regole del marketing e l’entrata è diventata a pagamento per tutti, grandi e piccoli…
Ora, sarà anche una mia fissa, che mi era già presa quando abbiamo visitato il campo di Mauthausen in Austria, ma per me è inconcepibile speculare sulle tragedie, farle passare per mete turistiche e non renderle accessibili a tutti, proprio per fare capire l’atrocità di quello che ci è successo… nel caso di Mauthausen ci eravamo presi la briga di scrivere una lamentela alla direzione e sono contento di esser venuto a sapere che da qualche tempo hanno eliminato il biglietto di entrata 🙂 qui non ho voglia di entrare in discussioni per cui dietro front, ci infiliamo in macchina e ce ne andiamo, con un po’ di amaro in bocca…
Andiamo a visitare il monastero di Agia Lavra, di fondamentale importanza storica per i Greci, visto che da qui è cominciata l’insurrezione contro i turchi il 25 marzo del 1821. Il parcheggio [38.01200,22.08110] è enorme e visto che siamo oramai a più di mille metri di altitudine, una punto sosta fresco anche d’estate. All’entrata del parcheggio c’è un WC per i visitatori dove si può svuotare la cassetta senza problemi.
Il monastero è aperto tutte le mattine dalle 10 alle 13 e di pomeriggio dalle 15 alle 16 d’inverno o dalle 16 alle 17 d’estate.
Una volta entrati si passa davanti alla chiesetta antica, che però non è visitabile e una volta entrati ci si rende conto che non c’è molto da vedere. Malgrado il monastero risalga al X sec. è stato distrutto e bruciato più volte e le costruzioni attuali sono moderne e senza nessun interesse. Il piccolo museo all’interno espone la bandiera della rivoluzione originale, quella che, una volta issata, diede inizio ufficiale all’insurrezione e vari altri reperti e armi (tanto per cambiare) di poco interesse.
Su un’altura di fronte si vede il monumento ai caduti della guerra del 1821, ma per noi basta così…